Ognuno di noi, come ogni essere vivente, possiede la conoscenza del proprio benessere e tende spontaneamente alla felicità. Può però succedere, per un avvenimento imprevisto e doloroso, che davanti a questa conoscenza si pari un velo che la nasconde, una sensazione che fa pensare che tutto sia perduto, negativo. In realtà questa preziosa capacità, la conoscenza di come essere felici, è sempre lì, occorre solo un piccolo aiuto per ritrovarla…
ll Counseling è un metodo d'accompagnamento e di relazione d'aiuto non direttivo in cui vengono espressi temi personali ed emotivamente significativi che costituiscono un problema nel momento presente della vita di una persona che, nella relazione che si stabilisce con il Counselor, utilizzando le proprie risorse personali, li risolve.
Si tratta di un rapporto di consulenza tra un professionista della comunicazione interpersonale con solida preparazione psicologica e un lungo percorso di formazione professionale e personale, e un individuo o un gruppo intenzionato a risolvere un conflitto esistenziale o un disagio emotivo che compromettono le sue capacità di espressione e relazione in ambito privato o professionale.
Il lavoro del Counselor si basa sull'ipotesi che ciascuno possieda un potenziale positivo in grado di svilupparsi. Il contatto e l'esplorazione del problema, la sua espressione e comunicazione, accompagnate con accettazione incondizionata da parte del Counselor in ambiente protetto, sono elementi di questo processo di crescita nel quale si utilizza creatività, empatia e si evita la dipendenza da interpretazioni e giudizi.
Prima di iniziare il Counselor stabilisce un patto con il cliente durante il primo colloquio non impegnativo: si mettono a fuoco motivazioni, possibili modalità di lavoro e tempi. Si individua insieme un obiettivo da raggiungere, si stabilisce insieme il numero approssimativo di sedute (dalle 10 alle 15) e il compenso (la media è 40 euro orarie).
Counseling Creativo a Firenze propone:
INCONTRI DI GRUPPO:
- INCONTRI DI GRUPPO ESPERIENZIALI A TEMA: una serie di incontri, solitamente 4-5, che vengono offerti a chi è interessato a un determinato tema proposto dal counselor che conduce.
- INCONTRI DI GRUPPO ESPERIENZIALI SU RICHIESTA: una serie di incontri che si svolgono su specifici temi a richiesta delle persone interessate, il cui numero varia a seconda delle esigenze da concordare caso per caso con i clienti.
Ad esempio, nel corso degli anni è stato proposto e condotto il gruppo "Non solo genitori", sul tema del diventare genitori senza perdere la pienezza dell'essere donne e uomini in un contesto di coppia e sociale; il gruppo è nato da una proposta dei genitori di un asilo nido, è stato accolto e si è potuto svolgere con successo. Si prevede infatti una continuazione del lavoro dopo il feed-back positivo.
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INCONTRI INDIVIDUALI:
Su richiesta si svolge l'attività di Counseling con incontri individuali. E’ nella relazione Io-Tu che la spinta al rinnovamento e la ricerca della soluzione trova massima potenza. Il numero degli incontri è definito nel corso della prima seduta durante la quale viene espresso un vero e proprio "contratto" verbale tra il cliente e il counselor. Tale contratto stabilisce, oltre al numero di sedute che può variare dalle 8-10 fino a un massimo di 15, qual è l'obiettivo da raggiungere insieme nell'ambito della problematica specifica portata dal cliente. Nel Counseling è prevista la possibilità che alla fine del percorso il cliente, dopo un periodo di riflessione e verifica, possa decidere di rinnovare l'intenzione e desideri continuare a esplorare e sollecitare le sua capacità di risposta alle crisi. Ogni relazione d'aiuto presuppone una crescita reciproca e continua nel rispetto delle diversità di ciascuno.
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INCONTRI DI COPPIA:
Sui temi del disagio relazionale nella coppia, nei momenti di crisi quando c’è la volontà di entrambi di superarla restando insieme oppure quando è in atto una separazione, per renderla meno traumatica e serenamente gestibile. Anche in questo caso si stabilisce insieme un obiettivo e il numero degli incontri necessari (approssimativamente). Agli incontri di coppia il counselor può proporre di alternare incontri individuali a seconda delle circostanze.
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Dal 2013 svolgo l’attività di facilitatore per i gruppi di Auto-Mutuo Aiuto per chi soffre di attacchi di panico e ansia.
Attualmente è attivo un gruppo in zona piazza Tasso a Firenze. Per informazioni sugli orari 3499020809 - camilla@counselingcreativo.it
Il concetto di gruppo di auto mutuo aiuto è diventato un punto di riferimento per il benessere di milioni di persone. Riconosciuto e valorizzato dall’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità), l’auto aiuto si pone come elemento fondamentale all’interno della terapia complessiva per affrontare il DAP (Disagio da Attacchi di Panico). I risultati positivi e duraturi riscontrati in chi frequenta un gruppo sono altissimi.
Non c’è una formula magica, i risultati sono dovuti esclusivamente a due aspetti del auto mutuo aiuto: tutti sono sullo stesso piano e utilizzano condivisione. Non c’è giudizio tra chi ha lo stesso problema, c’è rispetto e empatia. Ognuno è visto per quello che è.
Ascolto è certamente una delle parole chiavi fondamentali: ascoltare è un atto importante, nel gruppo dà la misura della soluzione, della possibilità di vedere e trovare una via d’uscita, insieme.
Tutti i partecipanti sono parimenti importanti nel gruppo, nessuno guida, nessuno si pone su uno scalino più alto, nessuno domina la situazione. È prevista soltanto la figura di un facilitatore (helper), un “semplice” ruolo di catalizzatore per rendere ancora più fluido e lineare il contesto.
I membri si incontrano e condividono le loro esperienze: mettono insieme punti di vista, emozioni, paure, sensazioni. Si raccontano e si aprono, creando un vero tesoro comune, frutto delle singole esperienze. Non c’è vergogna nè timore di essere fraintesi o ridicolizzati ma soprattutto ci si sente attori e protagonisti del proprio percorso.
Chi si avvicina per la prima volta al gruppo vive emozioni forti e complesse. Principalmente un senso profondo di solitudine, di vuoto, e infine il timore di non poter mai più tornare ad una vita “normale”.
Il passo che porta da questa condizione alla partecipazione al gruppo è già in sè lungo e intenso ma soprattutto un primo fondamentale passo verso il benessere.
Il sentirsi accettati e ascoltati, la consapevolezza di aver vissuto le stesse situazioni, la voglia di aprirsi in un ambiente protetto: questa è la caratteristica principale, vincente, di un gruppo di auto aiuto.
SLOW GROUP
A FIRENZE DAL 2007 c'è un gruppo di persone che si riunisce regolarmente ogni 15 giorni in uno spazio protetto, organizzato apposta per esprimersi e condividere emozioni e pensieri, senza limiti, senza giudizio, al di là del dover essere. Per sperimentare senza rischi la difficile arte dell'essere se stessi.
Da un anno il gruppo si è trasformato in gruppo itinerante, oltre agli appuntamenti al chiuso ci si vede per camminare insieme, per raggiungere mete vicine, spesso sotto gli occhi, trascurate, non viste. Per scoprire ciò che c'è, per godere della delicatezza e dell'armonia dello stare insieme, non occorre andare lontano o scegliere mete famose. A volte una fonte dei Seppi in quel di Monte Morello, un po' d'acqua da bere e da bagnarsi, uno scroscio di pioggia imprevisto, un rifugio sconosciuto (ma quante volte ci siamo passati accanto guidando e pensando alla strada da fare...) trovare le sedie per stare ancora un po' insieme anche se piove, ammirare il panorama verso la Caldana immaginando il tramonto oltre le nuvole... tutto può accadere, nella semplicità dell'accoglienza di tutto quello che spontaneamente avviene.
Perché chiamarlo SLOW? Perché continuare a chiamarlo SLOW?
Sia che ci si incontri in un luogo chiuso, sia che ci si incontri per camminare all'aperto... ormai abbiamo sperimentato cosa è la LENTEZZA.
Scegliere la lentezza non significa scegliere di andare piano. La lentezza che si pratica insieme nello Slow Group è scegliere di aprire dentro di sé uno spazio maggiore. Lo spazio interno è il luogo in cui facciamo entrare l'avvenimento, sia esterno che interno, è il luogo in cui ciò che avviene trova accoglienza e il tempo necessario per essere osservato, capito, accolto.
Nella vita siamo tutti, più o meno, costretti a vivere con tempi molto veloci, spesso frenetici, per raggiungere gli obiettivi legati alla sopravvivenza o a ciò che riteniamo fondamentale per il benessere nostro e della nostra famiglia, diamo la precedenza a ciò che ci è utile, e così spesso perdiamo molti particolari di ciò che accade in noi e fuori di noi.
Rallentare significa darsi il tempo per osservare se stessi e lo spazio che scegliamo di dedicare a tutto ciò che accade. Significa riuscire ad essere più recettivi, più attenti, quindi alla fine più efficaci.
Paradossalmente la nostra "efficacia" aumenta e si rafforza non aumentando la velocità ma rallentandola!
Inoltre... nella velocità a cui siamo costretti c'è un limite oltre il quale la velocità diventa superficialità, disinteresse, tensione e infine stress.
Lo Slow Group nasce da un'esigenza concreta, da una richiesta reale: il desiderio di entrare in contatto vero e profondo con altre persone. Per poter definire "sincere" le nostre relazioni occorre contattare la nostra parte sincera. Contattare la nostra vera natura e la vera natura degli altri. Stare nella relazione rispettando se stessi e l'altro.
“Sul livello psicologico l’uomo ha tanto bisogno del contatto con altri esseri umani quanto, sul livello fisiologico, ha bisogno del cibo e dell’acqua” (F.Perls, L’approccio della Gestalt).
La teoria dell'omeostasi ci dice che la vita è un'altalena tra perdita e recupero dell'equilibrio: ogni organismo vivente è felice quando entra in relazione con l’ambiente soddisfacendo i propri bisogni, trovando l'equilibrio, per poi riperderlo appena si presenta un nuovo bisogno. E così procedendo ogni organismo si modella e modella il mondo a seconda delle circostanze, col minimo di sforzo.
Ma cosa succede se si perde la capacità di sentirsi e di entrare in contatto con i nostri veri bisogni?
“Quando il processo omeostatico fallisce in una certa misura, quando l’organismo rimane troppo a lungo in uno stato di squilibrio ed è incapace di soddisfare i suoi bisogni, si ammala” (F.Perls).
Lo Slow Group diventa una palestra dove esercitare e rinforzare la capacità di ascoltarsi. L'ascolto di sè permette l'ascolto dell'altro, degli altri, è il fondamento su cui costruire una vita sana piena di relazioni soddisfacenti.
IL TEMPO
Rallentare significa essenzialmente darci la possibilità di sentire di più. Rallentare per far sì che la vita si snodi più fluidamente e più facilmente. Il tempo non è quello dell'orologio. Il tempo è una percezione soggettiva, tanto che quando si vive nella pienezza tutto scorre veloce, mentre la vita diventa davvero insopportabilmente lenta quando si vive nella noia. Nella pienezza non c'è il tempo di entrare in profondità, tutto si consuma in superficie, subito arriva l'evento successivo. La noia è l'occasione di vedere più da vicino come siamo fatti. Nella palestra dello Slow group ci si allena ad acquistare una nuova velocità. Una velocità che non dà stress, ansia, fatica, spontanea, senza sforzo, non ricercata, non costretta, rilassata, fluida. Solo in contatto con il nostro spazio interno, con il nostro centro creativo, si ottiene il massimo della soddisfazione.
Lo Slow Group si avvale anche di esperienze e studio dell'Enneagramma, della Scrittura creativa, della Trasformazione Nonviolenta dei conflitti, ed è condotto da Camilla Cappuccini, Gestalt Counselor, con la collaborazione occasionale di altri counselor professionisti.Su queste basi lo Slow Group promuove la crescita della consapevolezza emozionale e lo sviluppo umano in un contesto privo della costrizione all'efficienza, privo di giudizio, lasciando ogni partecipante libero di fare esperienza di nuove modalità relazionali basate sul rispetto dei tempi propri e degli altri, liberandosi dalle gabbie dei preconcetti e degli automatismi difensivi. Chiunque può entrare a far parte del gruppo previo colloquio conoscitivo e in ogni momento è il benvenuto!
Dalla sua nascita il Gruppo si è costantemente arricchito di nuove presenze e nuovi stimoli. Attualmente il Gruppo si sta interrogando sull'eventualità di far corrispondere un nome adeguato a questi nuovi movimenti: la vibrazione di un'energia di cambiamento e di trasformazione unita alla consapevolezza crescente delle nostre autonomie ha portato a concentrarci sulla metafora del GATTO. E da questa a quella adiacente delle VIBRISSE... Come se a ognuno di noi stessero nascendo baffi sensibili...
ECOPASSEGGIATE
Ecopasseggiate in collaborazione con Massimo Parrini: Guida Ambientale Escursionistica (GAE)
Vicepresidente e attivista del Comitato WWF di Firenze
Referente per l'educazione ambientale
Educatore Ambientale Ecopsicologico
La vita è movimento; chi si ferma è perduto...
Due luoghi comuni che noi diciamo così, senza pensarci, per abitudine. Ma che contengono una grande verità: che è solo viaggiando, camminando, muovendo il proprio corpo che riusciamo a smuovere le energie che ci sono dentro ognuno di noi.
Il movimento di cui ci occupiamo in questo progetto è di tipo lento: infatti nella lentezza si scoprono possibilità prima impensate di accorgersi delle sfumature della vita, piccole cose importantissime, come ad esempio cosa suscita dentro di noi il rumore del vento o il richiamo di un uccello: rallentare per chiedersi cosa si sta provando.
Il progetto quindi nasce dall'intenzione di proporre ai partecipanti l'esperienza concreta di come il viaggio fatto coi propri piedi permetta di viaggiare dentro di noi alla scoperta di quello che si muove dentro... accompagnati ed aiutati dalle energie della natura nella quale ci muoveremo e prende forma dall'idea concreta di percorrere insieme un breve tratto di strada con tempi lenti nello spirito della "decrescita", del "rallentare", del muoversi in modo da avere la possibilità di ascoltare il movimento delle emozioni.
Nello spirito di queste premesse infatti si prevede un ciclo di passeggiate "leggere", non impegnative dal punto di vista fisico, ma accurate e concentrate dal punto di vista della ricerca, della verifica e della riflessione sul rapporto che intercorre tra il nostro microcosmo interiore e il macrocosmo di cui facciamo parte.
Finalità del progetto non è fare trekking o raggiungere una meta, ma è il percorso stesso, il movimento attento e consapevole, il camminare insieme su sentieri esterni e su sentieri interni contemporaneamente: per scoprire la connessione tra due dimensioni strettamente connesse e interdipendenti, per scoprire quanto il nostro modo di vedere e ascoltare possa entrare in risonanza con l'ambiente e quanto l'ambiente possa sentire e ri-sentire della nostra presenza. Un percorso di conoscenza e crescita della consapevolezza di quanto la natura possa influire sul nostro benessere e di quanto la modalità in cui noi la osserviamo possa incidere sull'ecosistema, proprio grazie alla stretta relazione che ci lega: noi ne siamo facenti parte e per quanto ci compete siamo fortemente responsabili. Il rispetto verso l'ambiente che ci circonda non solo quindi come "impegno" di tipo morale ma anche e soprattutto come gesto spontaneo e consapevole, non solo come un dovere ma anche e soprattutto come un piacere.
Camminando e entrando in contatto con gli elementi naturali e le energie in cui siamo immersi, anche in ambienti dove crediamo che non sia possibile sentirle, sarà invece una scoperta e un piacere imparare a coltivare una dimensione di vero rispetto, per noi stessi e contemporaneamente per il contesto, che non partirà da una convinzione razionale, e in quanto tale labile e corruttibile, ma da una convinzione più intima e gioiosa.
Il progetto si esplica in alcune passeggiate nel verde (più o meno "selvaggio"), guidate da una G.A.E. (Guida Ambientale) diplomata del WWF, Massimo Parrini, che faciliterà la conoscenza e la connessione con l'ambiente naturale circostante. Durante il cammino si alterneranno momenti di pura osservazione e apprezzamento del territorio con momenti di meditazione, autoascolto e ascolto attivo, guidati questi da un'esperta Counsellor, Camilla Cappuccini, che faciliterà e solleciterà l'osservazione di quello che il muoversi dei piedi avrà smosso dentro i partecipanti. Ogni passeggiata, facile e su percorsi alla portata di tutti, avrà un tema portante.
Ai partecipanti sarà richiesto solo di portare la voglia e la disponibilità oltre che a camminare anche a scoprire cose nuove, lasciando a casa pregiudizi...
L'ascolto di sé come ascolto del dialogo interiore e ascolto attivo del dialogo continuo con l'ambiente sarà una delle metodologie adottate tramite l'utilizzo della teoria della Gestalt.
La Gestalt, come disciplina formativa e come terapia, abbraccia il concetto di sviluppo della persona e di rafforzamento del suo potenziale. Ogni organismo vivente è in relazione con il suo ambiente nel preciso momento che sta vivendo. “Ogni organismo felice lo è in quanto è in continua interazione con l’ambiente, momento per momento, e dall’ambiente non è dominato né domina. “ (Goldstein)
In tal senso appare anche chiaro che non può esistere vera felicità soggettiva senza felicità collettiva, nel più ampio senso del termine.
Si prevede che il progetto venga aperto e introdotto da una conferenza sul tema dell'Ecopsicologia e che si concluderà con una grande festa ecologica dove si trarranno le conclusioni come progetto e dove ogni partecipante (anche a una sola passeggiata) sarà invitato a lasciare il suo “feedback”, le sue “impressioni di viaggio”.
Cosa è l'Ecopsicologia?
E' un nuovo approccio scientifico nato negli anni '90 da un gruppo di lavoro dell'Università della California a Barkeley, formato da psicologi, educatori e guide ambientali, che sottolinea una correlazione tra il disagio esistenziale, individuale e sociale, sempre più diffuso e l'aumento del degrado ambientale.
La perdita di connessione con l'ambiente naturale viene quindi riconosciuta come una delle principali cause di malessere psichico e l'impegno dell'ecopsicologia diventa quello di favorire la riconnessione dimenticata con la vita che ci circonda, integrando l'eredità del passato con i traguardi presenti e le sfide future.
L'ecopsicologia lavora in due direzioni complementari: inviata a cercare un più stretto contatto con l'ambiente naturale; diffonde una maggior consapevolezza degli stretti legami che abbiamo, come esseri umani, col mondo.
Tutto ciò si traduce, in pratica, nella promozione di un atteggiamento di maggior attenzione, responsabilità, coinvolgimento e amore, tutti fattori indispensabili per affrontare le emergenze ambientali.
Ecco cinque proposte di passeggiate guidate:
1 –“ Le Piagge e il Fiume” : Piagge e dintorni accompagnati dall'Arno. Per scoprire che è possibile vedere la bellezza dove è quasi impensabile e per meditare sul concetto di limite: barriera invalicabile o punto di contatto con altre realtà?
Durata: 6-8 0re
2 - “Guerra o Lamponi?” : Dalla Futa al Monte Gazzarro, le energie della storia ed i sapori della natura. Passeggiata su sentieri di guerre passate, addolciti dal sapore di more e lamponi con una meditazione sui nostri impulsi contraddittori e sulla meraviglia.
Durata: 8-10 ore
3 - “Leggeri come la Luce” : Sui prati della Valle del Terzolle per costruire e far volare in aria le nostre mongolfiere. Un percorso fisicamente breve ma interiormente potenzialmente infinito per riflettere sulla pesantezza e sulla leggerezza, ascoltando il desiderio e il bisogno di lasciar andare pesi e zavorre.
Durata: 6-8 ore più il tempo della costruzione delle mongolfiere
4 - “ I tre porcellini e le case di paglia” : In cammino sulla Calvana a scoprire un mondo alternativo! - Passeggiata verso l'ecovillaggio Corricelli dell'associazione Basilico per conoscere un modo diverso di vivere a contatto con la natura! Per riflettere in gruppo sulla diversità, su come gestirla.
Durata 8-10 ore
5 - “Natura bella e sapiente, nonostante la civiltà” : Sulle tracce di Chichibio e della gru... e del rospo smeraldino! Passeggiata all'interno del Polo Scientifico di Sesto, verso l'area WWF dedicata agli anfibi. Una riflessione sui contrasti tra i suoni della natura e della civiltà, per aumentare la consapevolezza sul mondo che ci circonda e sul nostro modo di vederlo
Durata: 4-6 ore
La differenza di durata di ogni passeggiata è dovuta alla diversa lunghezza del percorso e al diverso approccio meditativo previsto.
Per incrementare la convivialità nel gruppo che si forma, verrà offerta ai partecipanti una merenda o un pranzo a sacco a seconda della situazione.
Da un articolo del Dr. Massimo Soldati, autore di Corpo e Cambiamento:
"Dal 1999 AIPT, da me fondata, ha portato in Italia contenuti e metodi all’avanguardia, permettendo a molti di sperimentare di persona la potenza e la efficacia di pratiche di integrazione corpo mente (bodymind integration).
La grande libertà e spinta verso un processo evolutivo connessa con queste pratiche può solo essere sperimentata direttamente e molto difficilmente trasmessa attraverso descrizioni o parole.
La Integrazione Posturale Transpersonale deriva dalla Integrazione Posturale di Jack W.Painter ed ha mantenuto questo nome per rispetto nei confronti del grande maestro scomparso, anche se in effetti dovrebbe essere chiamata Integrazione Transpersonale, oppure solo Integrazione, come fanno gli allievi della nostra scuola.
La parola transpersonale è stata da me aggiunta per sottolineare nei miei corsi la differenza tra un approccio umanistico ed un approccio integrale evoluto. Come tutti sanno il movimento transpersonale si è sviluppato a partire da quello per lo sviluppo del potenziale umano, per la necessità sentita da molti dei suoi più attivi esponenti di considerare e studiare quella dimensione ineffabile che è stata sempre accostata allo spirito. Non si voleva giustamente impiegare il termine “spirituale” in quanto questa parola avrebbe immediatamente trasportato coloro i quali fossero venuti in contatto con essa nel dominio della religiosità, che ha poco a che vedere con la essenza del movimento transpersonale.
Questa corrente culturale cerca infatti di comprendere e vivere quella realtà psicologica dell’essere umano che ha generato sì le esperienze spirituali alla base delle religioni, ma che non è strettamente legata a nessuna di esse, anzi include un atteggiamento scientifico ed una grande pulsione evolutiva verso la conoscenza tipica del mondo laico per poi trascenderli.
D’altra parte la Integrazione Posturale come la intendo io non ha nulla che vedere con le tecniche che vogliono cambiare la postura delle persone secondo un’ottica meramente fisiologica o medica, non ha niente a che vedere con posturologia, fisioterapia, riabilitazione, ortopedia. A me personalmente non importa nulla di cambiare la posizione dei corpi delle persone per riabilitarle, non è assolutamente il mio scopo, ma di favorire in esse un processo di integrazione che comprenda i livelli fisico, emotivo, mentale, spirituale. Questo potrà forse avere una ricaduta in una migliore postura, ma non è certo lo scopo primario, in quanto la postura è intesa già da Painter come il nostro atteggiamento nei confronti della esperienza di vita. Integrare la postura sarà perciò equivalente a liberare il nostro corpo mente (corpo+cuore +mente+spirito) da ogni memoria del passato che limiti il suo spontaneo fluire. La esperienza passata ci porta un adattamento, al quale siamo abituati da anni di vita, e che finisce per essere una gabbia, forse comoda, ma in realtà soffocante, nella quale bene o male siamo disposti a sopravvivere.
Tale adattamento è identificabile con un aspetto della nostra mente che è in genere stato chiamato “io”, oppure “personalità”, o “conscio”. È quanto siamo in grado di fare al momento con noi stessi, con tutto l’insieme delle nostre conoscenze accumulate, lo stato dell’arte del nostro processo di adattamento al mondo.
La psicologia transpersonale ha avuto il merito di indagare la parte ulteriore della nostra mente, che è responsabile di potenti cambiamenti in positivo e miglioramenti che si possono generare nella nostra vita. Più precisamente ispirandoci a quanto ha scritto Watzlawich possiamo dire che l’azione della mente transpersonale non si può identificare con un cambiamento di tipo 1, cioè una variazione di quello che sappiamo già fare, ma un cambiamento di tipo 2, che implica l’accesso a capacità, risorse, potenzialità, gestalt, prospettive non presenti precedentemente, oppure latenti, o non organizzate in una maniera già conosciuta e disponibile. Tale accesso dà leggerezza, benessere, euforia, chiarezza mentale, sollievo, ispirazione.
Attenzione, il contatto con il transpersonale non è qualcosa di romantico, può essere anche molto sgradevole ed impegnativo, in quanto ci può confrontare con l’aspetto ombra in noi, quella parte oscura che non conosciamo e che anch’essa deve essere integrata.
Ecco che il processo di integrazione coinvolge una consapevolezza maggiore di quello che noi già siamo, è un processo di liberazione e di apprendimento, è un processo di armonizzazione tra le parti di noi.
Tale processo è stato definito nel passato guarigione, se si focalizza sull’aspetto della chiarificazione dell’ombra, educazione se si focalizza sull’aspetto della acquisizione di modelli più evoluti di comportamento, liberazione se si focalizza sul renderci affrancati dalla prigione dell’ignoranza e della coazione, coaching se focalizziamo sull’allenamento, redenzione se focalizziamo sull’aspetto religioso, individuazione se lo vediamo come un processo di centratura e ricerca del sé. Qualcuno lo chiama illuminazione, rimanendo vicino alla tradizione spirituale, in quanto è veramente un processo di chiarificazione e sintesi delle nostre facoltà, che implica trasformazione e rinascita ad un livello che apparentemente è completamente nuovo. Questa ultima interpretazione potrebbe essere adeguata, purché non trascuri il fatto che le nostre capacità sono presenti già in noi, dormienti, scoordinate, non integrate, ma presenti come un fiore è contenuto nel seme.
La integrazione deve avvenire tra i vari livelli della nostra persona: sensomotorio, emozionale, mentale, supermentale; ed anche tra più dimensioni della nostra vita: la sfera personale e quella collettiva, la interiorità e la esteriorità, il lavoro e lo svago, il dharma, l’artha ed il kama per dirla con i Veda, i quattro quadranti per dirla con Wilber. Iniziare un processo di integrazione significa dare una spinta alla ristrutturazione, riarmonizzazione e potenziamento di ognuno degli aspetti della nostra vita. Dobbiamo essere disposti ad abbandonare le vecchie dimore ed approdare a nuovi lidi. La permanenza nella zona di comfort non è concessa, ma è possibile entrare in uno stato di comfort dinamico, che deriva dalla nostra adesione al processo della nostra evoluzione personale".
quando gli uomini cominciarono a sperimentare i possibili rimedi per varie malattie e forme di malessere: massaggio, pressione e percussione con le mani, applicazione di compresse calde o fredde, uso di cibi e bevande dotati di virtù curative, ecc. Ben prima che esistessero laboratori per produrre farmaci, gli uomini acquisirono, attraverso l'esperienza derivata dall'attenta osservazione della natura, la conoscenza dei poteri guaritivi insiti nelle piante, nelle cortecce, e nei minerali.
Impararono a guarire usando le mani o sostanze molto semplici come burro, oli, erbe medicinali e pietre.
Un'altra importantissima origine del Ku Nye, così come di tutta la materia medica tibetana, consiste nella conoscenza della circolazione delle energie presenti nel corpo umano e nel mondo esterno.
Il Ku Nye è parte integrante del corpus della medicina tibetana che prevede quattro tipi di approccio terapeutico: il comportamento, la dieta, le medicine e le terapie esterne, quali appunto il massaggio o la moxabustione.
Anche chi non è medico può praticare il Ku Nye, purché comprenda i principi fondamentali della medicina tibetana. Attraverso il Ku Nye è possibile guarire o perlomeno alleviare un gran numero di disturbi e malattie, mentre sono pochissimi i casi in cui il Ku Nye è controindicato.
Ku è l'applicazione di olio o burro cui vengono aggiunte sostanze medicinali che variano secondo il tipo di paziente e di sintomatologia. Talvolta al posto di olio o burro si usano decotti a base di erbe medicinali.
Nye è il massaggio vero e proprio che consiste nello strofinare, impastare e picchiettare pelle, muscoli e tendini.
La digitopressione viene praticata in modo molto diverso rispetto ad altre tecniche usate in altri tipi di massaggio.
I punti sono di due tipi: quelli in cui c'è dolore o che evidenziano un determinato problema e quelli che, pur non essendo necessariamente dolorosi, rivestono una funzione particolare all'interno del sistema energetico del corpo.
Il Chi è l'applicazione finale di farina, (di ceci, piselli, orzo e simili) allo scopo di rimuovere l'olio che, se lasciato sulla pelle troppo a lungo, potrebbe provocare scompensi.
La Medicina Tradizionale Tibetana (MTT) è una scienza medica naturale e olistica antichissima. In MTT la cura mira al raggiungimento dell’equilibrio dei TRE UMORI ( Vento, Bile e Flemma) che rappresentano i tre Principi energetici del corpo umano. Il Ku Nye è un tipo di massaggio conosciuto come uno delle principali terapie esterne impiegato per ristabilire l’equilibrio dell’individuo, ottimale per l’umore VENTO: “rLung”. Tra i principali benefici del KU NYE c’è l’ aumento della vitalità e l’eliminazione di tossine residue nel corpo.
Il Ku Nye può anche essere usato a scopo preventivo per rimanere in buona salute, mantenersi giovani e armonizzare le funzioni dei cinque elementi che sono alla base della formazione del corpo fisico.
L'Istituto Shang Shung ha ottenuto dalla regione Toscana i finanziamenti per condurre una ricerca di sperimentazione sul Ku Nye che si è conclusa nel 2004 confermandone l’efficacia, in particolare nel caso di specifiche patologie quali dorsalgie, stress, cefalee, dolori articolari, problemi mestruali, insonnia e disturbi nervosi in generale.
Ogni anno l'Istituto Shan Shung organizza numerosi corsi di formazione in tutta Europa, il corso intensivo prevede un anno di lezioni teorico-pratiche con cadenza mensile e un esame finale. Al termine del percorso di formazione si consegue il Diploma di Operatore di Ku-Nye.
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